mercoledì, Novembre 19, 2025
Ricerca e sviluppo

Quadro Geopolitico

Analisi di Roberto Bevacqua

Dopo un cinquantennio di “stabilità” geostrategica all’interno della cornice della guerra fredda, l’implosione dell’impero sovietico ad inizio degli anni ’90 del XX secolo ha aperto scenari di ricomposizione geopolitica accentuando entropie statuali. Al bipolarismo delle geo potenze si sostituisce l’unipolarismo, con gli USA unica potenza in grado di garantire lo svolgimento della globalizzazione, il controllo delle rotte e degli stretti strategici, la sicurezza dei traffici, il controllo dei mercati finanziari in grado, tra l’altro, di intervenire militarmente in ogni quadrante, forte di quasi ottocento basi militari nel mondo. Ma il XXI secolo non si è caratterizzato per la fine della storia e, parafrasando Tucidide, il presente si plasma sui fondamenti del passato proiettando i fatti attuali nel futuro. Ecco che il quadro geopolitico e geoeconomico attuale non può non derivare dall’entropia creatasi con la dissoluzione degli equilibri geopolitici del secolo passato, alimentando nuovi conflitti e tensioni tra gli stati.

L’ingresso della Cina nel WTO, lo sviluppo iperbolico della tecnologia digitale e oggi delle tecnologie EDT, la crescita demografica accentuata del continente africano e dell’India, si sono accompagnati alla crescita economica degli stati del sud del mondo, al maggior ruolo dell’Africa come soggetto geopolitico nelle relazioni internazionali. Tutto questo sta ricomponendo gli equilibri geopolitici in chiave multipolare e allo stesso tempo sta mutando le interconnessioni e le leadership geoeconomiche plasmate negli ultimi venti anni dietro la spinta della crescita del gigante cinese. Mutano le catene del valore, si settorializza la globalizzazione, si accentuano fenomeni di reshoring dopo decenni di delocalizzazione delle imprese occidentali in Asia, aumentano fenomeni di neomercantilismo alimentando processi di decupling e di derisking.

Il ruolo degli stati nazionali a tutela degli interessi e della sicurezza nazionale aumenta, anche a causa dello sviluppo di forme di controllo e distorsione dell’informazione, della necessità, in un mondo sempre più interconnesso tecnologicamente e digitalmente, di proteggere gli asset strategici nazionali da rischi, minacce, attacchi alle infrastrutture strategiche, hard e software, che rappresentano la spina dorsale nazionale.

 In un mondo sempre più complesso e multipolare aumentano le interconnessioni economiche, crescono gli spostamenti e le migrazioni, si globalizzano gli scambi, ma allo stesso tempo crescono i rischi di instabilità politiche ed i conflitti, si interconnettono le minacce e si internazionalizzano i rischi che vanno affrontati con analisi sistemiche utili a delineare possibili scenari di crisi in ambito civile e militare, per  fornire al decisore politico informazioni utili a prevenire, difendersi e  rispondere alle minacce  che ledono  gli interessi nazionali e la sicurezza del Paese.

IC e sicurezza e interesse nazionale

L’attacco a Infrastrutture-Critiche espone il Paese a rischi sistemici, determinando insicurezza e criticità di massima allerta per gli alti livelli di interconnessione multipolare, capaci di generare costi, perdite economiche e sociali, destabilizzazione, paure e allarmi. Pensiamo agli ospedali, ai laboratori chimici, epidemiologici, biologici, radiologici e nucleari, a infrastrutture energetiche, idriche, di telecomunicazione, ai servizi di emergenza, al settore difesa, a quello finanziario, alimentare, istituzionale e a quello dei trasporti. Rischi e minacce portati alle infrastrutture fisiche e a quelle cibernetiche che rischiano di paralizzare uno stato e il suo tessuto economico, la sicurezza e la stabilità della vita civile, gli interessi e la vitalità della sua infrastruttura istituzionale, militare, sanitaria.

Sicurezza del settore sanitario

Tra i settori strategici da difendere e tutelare c’è quello sanitario. La gestione delle informazioni sanitarie, la manipolazione di apparecchi sanitari, l’interferenza durante operazioni mediche computerizzate e a distanza, la tutela della salute pubblica, la sicurezza dei dati clinici, la tutela degli operatori civili e militari interni e di quelli all’estero, le minacce e i rischi di contaminazioni chimiche, biologiche, radioattive e nucleari è di primaria importanza per la sicurezza del Paese e contribuisce alla difesa del perimetro di sicurezza biologico-sanitario nazionale.

Analizzare gli allert e le condizioni di insorgenza di virus conosciuti, sotto controllo, ma anche di quelli endemici e potenzialmente capaci di fuoriuscire dal loro ambiente, malattie di natura naturale o artificiale, incidenti di laboratorio, bioterrorismo e altri rischi che possano mettere a rischio la tenuta del sistema di difesa in caso di propagazione nel territorio, vuol dire aumentar e la resilienza del Paese e contribuire a rafforzare il cordone securitario in questo settore, inquadrando i rischi pandemici, quelli CBRN, le minacce di bioterrorismo e i rischi e i danni prodotti dalla disinformazione sanitaria, nell’ambito della sicurezza nazionale.

Rafforzare il settore di analisi e gestione delle informazioni di salute pubblica diviene quindi strategico per la sicurezza nazionale almeno quanto i rischi e le minacce di nuove epidemie, malattie infettive e pandemie, sia che si verifichino sul nostro territorio che all’estero, sia per eventi accidentali di rilascio di tossine, batteri, virus, sia per attacchi di bioterrorismo da parte di attori statuali, organizzazioni criminali, hacker, terroristi, ma soprattutto per eventi naturali di sviluppo di nuove malattie, di patogeni che migrano tra specie diverse e da animali all’uomo, di malattie endemiche che escono fuori dai propri areali, provocando emergenze umanitarie, dovute sia a guerre, conflitti regionali, oppure dovute a migrazioni per carestie, crisi idriche, eventi catastrofici naturali.

Ecco che un comparto strutturato all’interno dei servizi di intelligence  o di una struttura ministeriale indipendente di Medint, diventa strategica e necessaria per analizzare con metodiche e strumenti di intelligence le necessita sanitarie, le criticità in termini di risorse umane formate, logistica, farmaci, coordinamento delle risorse civili e militari, connessione delle catene di comando, analisi geopolitica dei paesi, quadro degli areali statuali con elementi di frammentazione e divisione, rischi pandemici potenziali, focolai di  emergenze sanitarie e rischi di fuoriuscita  di virus e malattie altamente infettive, come Morburg, Febbre Gialla, Ebola, West Nile, Malaria, Vaiolo delle ScimmieHIV, attraverso strumenti e analisi di epidemic intelligence.

 Lo sviluppo di capacità di analisi dei rischi economico-finanziari, la protezione della comunicazione e delle informazioni sanitarie, la protezione cyber da attacchi informaci a ICI e database governativi e militari, l’analisi dei rischi di contenimento dei laboratori di biosicurezza, contrasto al bioterrorismo  non può che rappresentare una politica di sicurezza sanitaria e di resilienza del Sistema Italia  all’interno del quadro securitario del Paese.

 Digitale e sicurezza

Lo sviluppo digitale rende più permeabili le difese, amplifica i rischi informatici che diventano sempre più rischi sistemici, minando la stabilità della nazione, la solidità del tessuto economico e l’occupazione, incrementando il rischio di sottrazione del patrimonio tecnologico, indebolendo il know how competitivo,  acquisendo  o indebolendo gli asset strategici e  destabilizzando i circuiti finanziari, intossicando l’informazione, esfiltrando dati, manipolando il dominio cognitivo in una sorta di guerra ibrida in cui sono impegnati gli stati e le imprese per tutelare i propri interessi e difendere la loro sicurezza.

La complessità della governance attuale, resa più complicata da fattori interconnessi e dalla forte accelerazione della datizzazione, portano con sé anche i rischi di una manipolazione e una intossicazione dei dati

L’infodemia, la disinformazione e la misinformazione generano disorientamento nell’opinione pubblica, incapace di verificare le informazioni vere dalle fake news.

L’informazione così intossicata si diffonde come un virus con capacità di mimesi, in gruppi di individui vulnerabili, ma capaci di rimbalzare l’informazione in modo costante e pervasivo. La disinformazione e le altre forme di inquinamento dell’informazione sfruttano bias cognitivi, errori di valutazione, aspettative supportate da bias di conferma su ciò che l’individuo, così manipolato, ritiene veritiero in virtù, anche in buona fede, delle sue conoscenze veicolare dai canali social.

La profilazione degli utenti operata da algoritmi IA di ultima generazione facilita la costruzione di echo chambers e filter bubbles in grado di irretire, confinare e autoalimentare convinzioni, propinando agli utenti, profilati in base alle loro ricerche, idee, preferenze, un insieme di contenuti in linea con i loro interessi e le loro idee, mettendo in comunicazione solo le persone che hanno convinzioni e posizioni ideologiche simili, costruendo una sorta di recinto monoculturale digitale.

La disinformazione e la misinformazione inondano l’infosfera di notizie false consapevoli nel primo caso e inconsapevoli nel secondo, ma altrettanto fuorvianti, polarizzanti dannose, difficili da contenere e contrastare, veicolate da apparati di intelligence economica, bioterroristi e hacker,  per procurare danni, paure, allarmismi, destabilizzare la società, minare l’economia e la stabilità di uno stato, ledere la reputazione delle istituzioni, le scelte di un governo o di un’impresa e confondere e polarizzare i cittadini.

Alta Formazione e prospettive sistemiche   

La collaborazione tra il centro di ricerca Krysopea Institute e il Consorzio Universitario Humanitas di Roma, insieme a partner autorevoli come Confitarma, Centro Studi Esercito e Almaviva ha prodotto la nascita del 1° Master in Medical Intelligence in Italia, colmando un vuoto all’interno dell’alta formazione in questo indispensabile ambito di ricerca, studio e attività. Master che formerà figure specializzate, con competenze mediche, biologiche, farmacologiche, veterinarie, economiche, geopolitiche, geoeconomiche, cybersecurity, biosicurezza, bioterrorismo, esperti in guerra batteriologica/virologica, programmatori della difesa, esperti di intelligence economico e sanitario. Analisti civili e militari, dunque, capaci di operare in ambienti nazionali ed esteri, settori pubblico e privato in modo multi operativo in un asset strategico e fondamentale per il Paese.

                       Dott. Roberto Bevacqua

                    Direttore Krysopea Institute

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