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“MEDITERRANEI PARALLELI: Il futuro strategico dell’Italia e del Mezzogiorno nel Mare tra le Terre.

Il 13 ottobre 2023 si è svolto a Reggio Calabria, presso la sala Scilla del Grand Hotel Excelsior il convegno “MEDITERRANEI PARALLELI: Il futuro strategico dell’Italia e del Mezzogiorno nel Mare tra le Terre.”, organizzato dall’Istituto Krysopea e patrocinato dal Parlamento Europeo, da Confitarma, dall’Istituto Nazionale di Navigazione, dalla Regione Calabria e dal Comune di Reggio Calabria.

Al centro del confronto lo sviluppo del Sud quale esigenza inderogabile per il Paese, in quanto risorsa logistica strategica, piattaforma energetica e snodo portuale intermodale cruciale per gli interscambi euromediterranei. Ad aprire i lavori il dott. Luca Sisto, Presidente dell’Istituto Italiano di Navigazione e Direttore Generale di Confitarma, insieme all’On. Simona Loizzo, parlamentare calabrese molto attenta anche alle tematiche di sviluppo territoriale, il Dott. De Biasi Giuseppe, Consigliere Comunale Reggio Calabria, l’ Ing. Mario Paolo Mega – Presidente della AdSP dello Stretto, il Dott Andrea Agostinelli, Presidente Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno e Jonio, il Prefetto Marcello Cardona, il Prof. Massimo Franchi, consigliere strategico per organizzazioni multinazionali e ricercatore, il Dott. Marco Santoro, Capogruppo Consiglio comunale Villa San Giovanni e componente Associazione Listretto e il Dott. Roberto Bevacqua, Direttore Krysopea Institute. Il convegno è stato mirabilmente moderato dal giornalista Giorgio Neri. 

Molto tecnici gli interventi dei relatori che hanno spaziato da analisi geopolitiche e geo economiche sugli effetti dei cambiamenti in atto nel mondo, sia per ciò che riguarda i conflitti in essere in Ucraina e in Israele, con le ripercussioni per l’economia  internazionale e il Mediterraneo allargato, area di elezione per i nostri interessi nazionali, sia sulle interconnessioni   strategiche nel ba­cino del Mediterraneo, tornato centrale lungo le linee di comunicazione dei flussi economici ed energetici planetari, sia sui cambiamenti indotti dalle transizioni digitali, energetiche e tecnologiche  in atto che stanno ridisegnando le leadership internazionali con l’ingresso in un mondo multipolare di nuovi attori geoeconomici. Approfondimenti specifici hanno  riguardato le ricomposizioni delle catene del valore, sempre più regionalizzate e per blocchi geopolitici, che  spingono verso nuovi modelli di sviluppo logistico e di integrazione portualistica e dei sistemi Intermodalità e il tema  della decarbonizzazione con le future penalizzazioni dei nostri porti attraverso l’ETS imposta dal primo gennaio dall’ Ue che penalizzerà i porti mediterranei e ancor più quello di Gioia Tauro, spostando l’asse dei traffici verso altri terminal mediterranei non europei, contribuendo a far scivolare la centralità dei flussi commerciali verso il mediterraneo orientale, unitamente alla politica di allargamento dei corridoi europei TEN-T verso l’Europa centrale. Interessanti gli approfondimenti sul rapporto tra la centralità del mediterraneo e lo sviluppo del Sud quale asse infrastrutturale, lineare, nodale e puntuale del Paese, centro di sicurezza e sviluppo di asset strategici, attrattore di IDE e dei processi di reshoring. Si sono approfondite le criticità che frenano lo sviluppo e l’integrazione del Mezzogiorno con il resto della Nazione: qualità dei servizi, efficienza della P.A., livello della qualità della scuola, il livello insufficiente di integrazione, automazione e accessibilità del sistema portuale meridionale, assenza di retro portualità, grado di sicurezza del territorio e garanzia di accompagnamento securitario dello Stato alle aziende che si localizzano nei distretti industriali del Mezzogiorno, l’ esigenza di programmare la nascita di nuovi interporti, lo sviluppo e l’efficienza di una logistica interconnessa a sistemi avanzati di traffici intermodali, completamento infrastrutturale e complementare del corridoio scandinavo mediterraneo  con attraversamento veloce della penisola, deficienze di integrazione fra tessuto imprenditoriale ricerca pubblica e privata e centri di formazione, interruzione dei fenomeni di brain drain e aumento della qualità istituzionale. Spinte neomercantilistiche toccano tutti i continenti ridisegnando la competizione degli Stati in una guerra geoeconomica per le leadership sui driver tecnologici in grado di determinare le gerarchie del potere politico economico dei prossimi anni. È pertanto necessario, hanno, hanno sottolineato i relatori nei loro interventi, un intenso programma di investimenti che leghi e colleghi un’area marginale al resto del Paese funzionalmente interconnessa al Mediterraneo e al cuore dell’Europa. Mediterraneo, proiezione geografica naturale del nostro paese che ha oltre l’80% dei confini che sono bagnati dal mare, tornato centrale negli interessi geopolitici e geoeconomici planetari. Cavi sottomarini, presidi di sovranità digitale, interconnessione elettrica tricontinentale, piattaforme onshore e offshore, traffici di merci e fonti fossili, zona economica esclusiva, risorse dei fondali, pesca e traffici ro-ro, turismo e agroalimentare  fanno del Mezzogiorno un’area ad alto valore strategico, economico e securitario per difendere e valorizzare il nostro interesse nazionale, uno snodo strategico per difendere monitorare i nostri asset materiali e immateriali, per la tutela della nostra sicurezza nazionale in un ritrovato ruolo del Paese quale attore di primo piano nel Mare fra le Terre. L’alta velocità, le infrastrutture viarie e ferroviarie da avviare e o da completare nel Mezzogiorno con il Ponte sullo Stretto, devono integrare il Paese, rafforzare le interconnessioni dei sistemi produttivi nazionali e offrire nuove opportunità di sviluppo e lavoro alle popolazioni e ai territori del Sud. Dobbiamo attrarre imprese e frenare la fuga dei cervelli che impoverisce le aree e non dà speranza di crescita ai territori. Cio che serve al sud come al nord per ritrovare una coesione nazionale utile alla competizione del Paese sugli scenari internazionali.

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