martedì, Novembre 5, 2024
Economia

GEOPOLITICA E GEOECONOMIA DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

 Analisi del dott. Roberto Bevacqua

Parlare di temi legati alla geopolitica e alla geoeconomia è complesso ma di estrema attualità per capire come si muovono gli interessi delle nazioni e immaginare gli scenari futuri legati ai mutamenti delle sfere di influenza e delle leadership tecno-economiche.

L’Era di Post Globalizzazione e di mutazione dei paradigmi tecnologici, digitali, ed energetici in atto, sta delineando un Nuovo Ordine Mondiale Multipolare che trae origine anche dai fatti di questi ultimi 20 anni:

  1. 2001 terrorismo globale
  2. Crisi sistemica Lehman Brothers 2006-2010
  3. Conflitti asimmetrici, con guerre ibride e operazioni di psyop
  4. Guerra dei dazi USA-CINA
  5. Covid
  6. Guerra russo ucraina
  7. Transizioni gemelle con Crisi semiconduttori-terre rare e materie 1 critiche- spinte inflazionistiche e rallentamento economia
  8. Post globalizzazione (regionalizzazione della globalizzazione)
  9. Polarizzazione blocchi geopolitici ma con agende geoeconomiche pragmatiche
  • Ridefinizione delle Supply Chain
  • Razionalizzazione delle catene del valore
  • Processi di reshoring (declinati in hand/friend shoring)
  • Territorializzazione dei mari e degli stretti strategici: Hormuz, Gibuti, Babel en Mandeb, Suez, Bosforo, Dardanelli, Canale di Sicilia, Gibilterra, Golfo di Guinea ma anche Malacca, Bering.
  • Problemi di Sicurezza (pirateria, traffici illegali, immigrazione irregolare) e nuove definizioni delle  SLOC.  

Tali riposizionamenti dei blocchi geostrategici e soprattutto di polarizzazioni geoeconomiche hanno messo in discussione lo scacchiere geopolitico bipolare, rivoluzionando gli asset logistici materiali e le interconnessioni infrastrutturali immateriali dell’economia globale.

 INVESTIMENTI MATERIALI E IMMATERIALI

A tal riguardo, gli investimenti infrastrutturali materiali e immateriali in un’epoca di interconnettività esasperata, costituiscono le basi fondamentali di collegamento attraverso i quali i paesi più avanzati tecnologicamente, più forti economicamente, più solidi finanziariamente influiscono sugli scenari geopolitici e geoeconomici mondiali, mentre i PRS con problemi di finanza a sostegno di progetti e investimenti, soprattutto nell’ambito dei settori digitale, tecnologico energetico, rischiano di pagare il prezzo di un nuovo isolamento o di staccarsi dalla cooperazione con l’Europa e i paesi della sponda nord del Mediterraneo, Italia compresa,  per aderire a dinamiche di espansione sino-centriche.

 Processo di Transizione: Fenomeni di Land Grabbing Minerari

Oggi è in atto, quindi, un grande processo di transizione sostenuto dalle rivoluzioni gemelle: energetica, tecnologica e digitale.

La risultante della competizione in questi settori determinerà le leadership geoeconomiche del futuro. Le transizioni gemelle si basano sull’acquisizione di prodotti minerari da utilizzare nel ciclo produzione di componenti avanzate: Altamente inquinanti: 1T=2000T; 1% bonifica

Terre rare: Scandio (3.500 dollari al kg), Ittrio e i 15 lantanoidi a cui si aggiungono le materie prime critiche tra cui metalli ferrosi e i non metalli come litio, nichel e cobalto oltre la grafite.

Lo sfruttamento di queste risorse, soprattutto in Africa, è nelle mani di grandi gruppi e multinazionali estere e spesso il continente africano apre la sua economia agli IDE, soprattutto cinesi, barattando risorse prime con investimenti in infrastrutture e risorse finanziarie.

La popolazione dell’Africa e dell’Area MENA sta crescendo a ritmi vertiginosi e nel 2050 raddoppierà la popolazione, da 1,2 a 2,5 mld con il 50% sotto i 25 anni, e quadruplicherà nel 2100, oltre 4 mld, inoltre cresce con un PIL (4%) più alto dell’EU (1.7%) e si prevede un raddoppio della richiesta di elettricità ed energia nel 2040

Diventa fondamentale, quindi, sostenere lo sviluppo socioeconomico dell’Africa, attraverso una cooperazione alle transizioni sostenibili.

CINA, USA, EUROPA, INDIA, GIAPPONE e RUSSIA inquinano sul pianeta per oltre il 70%, mentre le emissioni dei 54 paesi africani rappresentano l’1% delle emissioni planetarie, il che pone la questione del danno da emissioni storiche dei PI, inoltre in Africa si trovano 5 dei 10 Paesi più colpiti al mondo dagli effetti dei cambiamenti climatici: inondazioni, incendi, desertificazione e 19 dei 33 Paesi più colpiti da crisi idrica e conflittualità per bacini condivisi (Nilo, Giordano, Congo, Tigri ed Eufrate, Indo, Mekong, Naryn) e la max fragilità per la salvaguarda di beni culturali minacciati da conflitti e guerre (in circa 31 Paesi).

       

SOSTEGNO e SVILUPPO AREA MENA AFRICA CONTINENTALE

Ecco che diviene necessario, etico e vantaggioso per tutti sostenere:

  1. Sviluppo, Stabilizzazione e Diversificazione Economia
  2. Accesso a sistemi di produzione, trasporto e consumo energia pulita
  3. Trasferimento di tecnologie e attrezzature
  4. Accesso a sistemi di digitalizzazione
  5. Potenziamento infrastrutture lineari, nodali e puntuali
  6. Accesso alle risorse finanziarie

Ciò anche per evitare fenomeni incontrollati di immigrazione, frizioni e conflitti regionali, problemi di contenimento di malattie endemiche come: Febbre Gialla, Denguè, Ebola, Marburg, Inquinamento fossile.

     Per sostenere il continente africano però bisogna anche:

  • Preservare la proprietà di risorse minerarie
  • Ridurre i fenomeni di land grabbing
  • Garantire accesso all’acqua e ai sistemi di salute pubblica
  • Aprire i mercati europei alle merci africane
  • Sostenere il progresso socio economico, energetico, tecnologico e digitale del continente, trasferendo tecnologie e conoscenze europee su energie pulite, spingendo l’Africa dalla povertà energetica a potenza energetica verde, sia su larga scala che off-grid (non in rete), sia onshore che offshore con crescita socioeconomica sostenibile alimentata soprattutto da idrogeno verde, energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica.

     

 

   FINANZA CLIMATICA-TECN. -DIGITALE: GG-UE e BEI-AFDB

La questione della Finanza Climatica, Tecnologica e digitale richiede un massiccio programma di cooperazione, integrazione e aiuti finanziari ai PRS su infrastrutture sostenibili verdi da una parte e trasferimento tecnologico, digitale, now how, formazione e competenze dall’altro.

Il Piano Global Gateway UE ha previsto investimenti per 150 mld in:

  • Infrastrutture di interconnessione elettrica
  • Infrastrutture e tecnologie per Energia verde
  • Competenze e connettività digitale, solo il 25% degli africani ha internet
  • Accesso alla salute pubblica
  • Servizi finanziari

 La BEI mobiliterà investimenti integrati con la Banca per lo Sviluppo dell’Africa (Afdb) in:

  • Start-up tech e digitali
  • Microfinanza
  • Imprenditoria rurale
  • Sostegno post-Covid
  • Accesso all’acqua.

 MEDITERRANEO: NUOVO CENTRO DEL MONDO

La frontiera nord del continente africano è il Bacino del Mediterraneo che rappresenta l’1% delle acque del globo ma movimenta oltre il 20% del traffico marittimo mondiale e delle risorse energetiche, oltre 20.000 navi all’anno, quasi 50 ml di containers (30%).

Nel Mediterraneo ci sono 450 porti-terminali, oltre 50 porti internazionali e 18 di livello primario con oltre 1 ml di TEU, raggiungendo per la prima volta l’operatività dei porti del Nord Europa, riducendo costantemente il gap di efficienza con il North Range.  Rappresenta il più grande mercato del mondo per le navi da crociera, il 50% della flotta da pesca dell’Ue e un patrimonio culturale e naturale unico con oltre 500 patrimoni Unesco e 400 ml di viaggiatori

L’Italia nel Mediterraneo è uno Snodo di interconnettività di cavi informatici sottomarini ma anche di interconnessione elettrica con Terna collegata con Algeria e Tunisia (cui si aggiunge l’interconnessione del Tyrrenian Link tra Sicilia, Sardegna e Penisola). Oggi siamo già è una piattaforma logistica del commercio mondiale con i nostri porti e di stoccaggio di gas tra Europa e Mediterraneo del sud. Pipeline dal Nord Africa e dall’Asia: TAP dall’Azerbaijan, Transmed dall’Algeria, Green Stream dalla Libia, in studio quello EastMed Poseidon da Israele e si pone come futuro hub strategico per l’idrogeno verde.

 

ITALIA PARTNER GLOBALE NEL MEDITERRANEO

L’Italia è il IV° Partner Commerciale Globale, dopo Stati Uniti, Cina e Germania, dei Paesi MENA, con una quota di mercato nella regione del 5% quasi il doppio della quota del nostro export globale, pari al 2,8%.

Siamo tra i primi nel mondo per investimenti Greenfield E Mergers & Acquisitions nel Mediterraneo: prodotti finanziari con CDP, PMI, edilizia, agroindustria, turismo, settore sanitario, Difesa, reti elettriche e cavi ICT, piattaforme energetiche e logistiche, energie rinnovabili, star up, automotive, settore idrico e cultura e restauro.

 MULTILATERALISMO OPERATIVO E INTEGRAZIONE

Costruire quindi nel Bacino del Mediterraneo e in Africa Continentale un multilateralismo operativo richiede un approccio basato su una logica win-win, all’insegna del dialogo, della cooperazione, dellinclusività e dello sviluppo per realizzare uno spazio socio-economico – infrastrutturale ma anche energetico – tecnologico – digitale, ricordando che l’Africa Continentale (AfCFTA) è la più grande area d’interscambio al mondo con cui dover dialogare e integrarsi.

PROGETTI DI INTEGRAZIONE INFRASTRUTTURALE

Il nostro Paese si pone, quindi, quale “ponte” tra le 2 sponde del Mediterraneo e l’Africa Continentale. Con la rete SNIT e i corridoi europei TEN-T entra a pieno titolo nell’integrazione dei trasporti intermodali con le reti R-TAP dell’UPM: integrazione costruita sull’armonizzazione degli standard di trasporto e su una rete di trasporto regionale multimodale e integrata già da altre esperienze:

  • SAFEMED: sicurezza marittima
  • EUMED: sviluppo e integrazione ferroviaria
  • EMCAA: sviluppo spazio aereo comune euromediterraneo

 

CONCLUSIONI

Per concludere, bisogna aumentare i processi di coesione, integrazione e resilienza euromediterranea, per avere maggior coordinamento sui problemi e le frammentazioni che caratterizzano la regione ma anche le tante, le molte opportunità di integrazione, cooperazione e sviluppo che non possono essere disattese. Qui l’Italia può avere un ruolo decisivo di impulso, sostegno e di governance stabilizzando l’area e contribuendo a sviluppare e integrare la regione, recitando un ruolo guida in tanti settori in una delle aree geoeconomiche e geopolitiche fondamentali per la sicurezza e lo sviluppo del nostro Sistema Paese e la salvaguardia del patrimonio culturale di un Mediterraneo sempre più vasto…

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