mercoledì, Maggio 15, 2024
Politica

Le FREMM e la questione dell’Alsace

di Francesco Zangara

Le FREMM e la questione dell’Alsace

 

Il contesto storico-politico dello Yemen, con la sua complessa dinamica di tensioni e influenze esterne, ha creato le condizioni per l’ascesa degli Houthi, un movimento che ha risposto alla marginalizzazione e alle politiche discriminatorie. Questo scenario ha visto lo Yemen attraversare varie fasi di conflitto interno, aggravato dalle rivolte della Primavera Araba. Gli Houthi hanno guadagnato controllo significativo, incluso quello della capitale, Sana’a. La pirateria nel Mar Rosso è diventata una fonte critica di finanziamento per gli Houthi, influenzando la sicurezza e l’economia regionale e mondiale, minando ulteriormente la stabilità dell’area.

In questo contesto, l’importanza delle fregate FREMM, come la francese Alsace, emerge chiaramente. Queste navi sono essenziali per affrontare le minacce marittime e garantire la sicurezza delle rotte strategiche commerciali e non, giocando un ruolo chiave nelle operazioni di sicurezza internazionale.

In questo contesto di instabilità e minacce marittime, la flotta di fregate europee multi-missione (FREMM), come la fregata francese Alsace, si rivela cruciale. Progettate per operare efficacemente in ambienti ostili come il Mar Rosso, le FREMM combinano capacità tecnologiche avanzate con versatilità tattica, rendendole strumenti vitali per affrontare sia le minacce convenzionali che asimmetriche, come la pirateria e le insurrezioni armate, garantendo la sicurezza delle rotte marittime strategiche e sostenendo le operazioni di pace e sicurezza internazionale.

Le Fregate Europee Multi Missione (FREMM) rappresentano una classe di navi da guerra avanzate, sviluppate congiuntamente da Italia e Francia sotto il “Programma Fregate di nuova generazione” iniziato nel gennaio 2003. Queste navi si distinguono per la loro versatilità, avendo due sottoclassi specializzate: General Purpose (GP) ed Antisommergibile (ASW). Ogni unità di questa classe è progettata per soddisfare specifici requisiti operativi e rispettare rigorose normative internazionali, come quelle del MARPOL.

Le FREMM sono state concepite per operare in un ampio raggio di scenari di combattimento e missioni di pace, grazie alle loro significative capacità tecnologiche e armamentistiche.

 La propulsione di tipo CODLAG permette una combinazione efficiente di motori diesel-elettrici e turbina a gas, conferendo alle navi una mobilità e una flessibilità operativa eccezionali. La velocità massima può raggiungere i 27 nodi (31 per le unità italiane), mentre l’autonomia si estende fino a 6000 miglia nautiche a 15 nodi (6.700MN per le unità italiane), caratteristiche che le rendono adatte per operazioni prolungate senza necessità di rifornimento frequente.

L’equipaggiamento delle FREMM include avanzati sistemi di combattimento e di difesa, che le permettono di affrontare minacce aeree, di superficie e sottomarine con relativa efficacia. Il Combat Management System (CMS) integra sensori e armamenti in un sistema di comando e controllo che ottimizza la reattività e l’efficacia operativa. Tra i sistemi imbarcati si annoverano radar multifunzione, sistemi di guerra elettronica, sonar di prua e trainati, nonché un assortimento di armi che spaziano da missili antiaerei ad artiglieria di medio e piccolo calibro.

Le FREMM sono altresì equipaggiate con moderni sistemi di gestione della nave (SMS) che facilitano la navigazione, la propulsione e la gestione dei sistemi di bordo, contribuendo a un elevato livello di automazione e semplificando le operazioni quotidiane per l’equipaggio. Questo include la capacità di controllo del danno, con sistemi integrati per la gestione delle emergenze, come il Fire Detection System e diversi sistemi di estinzione incendi, che garantiscono una sicurezza operativa ottimale.

Infine, le FREMM sono progettate per garantire un elevato standard abitativo, con capacità di sostegno logistico che permettono periodi prolungati di operatività in mare, essenziali per missioni di lunga durata come quelle di monitoraggio e sorveglianza internazionale. La flessibilità e la robustezza di queste navi le rendono un componente essenziale delle flotte militari moderne, capaci di rispondere a minacce complesse e variabili in un contesto globale sempre più incerto.

Le fregate della classe FREMM, data la loro avanzata capacità multi-missione, possono avere un ruolo rilevante in contesti di conflitto come quello nello Yemen, dove gli Houthi sono una delle parti belligeranti. La loro capacità di operare in operazioni anti-pirateria, sorveglianza marittima, e interventi umanitari le rende adatte per impieghi in aree di instabilità regionale.

Tuttavia, l’impiego specifico di queste navi dipende dalle decisioni politiche e militari degli stati che le possiedono.

Gli Houthi, conosciuti anche come Ansar Allah, che significa “Partigiani di Dio”, sono emersi nello Yemen settentrionale come movimento politico e militare. Originati dalla “Gioventù credente” e radicati nella confessione zaydita dello sciismo, hanno risposto a un sentimento di emarginazione religiosa e politica, aspirando all’autonomia delle regioni settentrionali del paese. Dall’inizio negli anni ‘90, la loro attività è cresciuta in risposta a dinamiche politiche interne e influenze esterne, intensificandosi in seguito all’invasione americana dell’Iraq nel 2003.

L’opposizione degli Houthi verso gli Stati Uniti e Israele e il loro conflitto con il presidente yemenita Ali Abdallah Saleh hanno portato a varie fasi di guerra civile, note come le guerre Sa’da. Dopo la morte di Saleh nel 2017, gli Houthi hanno rafforzato il loro controllo su ampie zone dello Yemen, compresa la capitale, San’a. Sostenuti dall’Iran, sono diventati uno dei principali attori nel conflitto contro il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale, che è supportato da una coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Questo scenario ha dato vita a continui scontri e ha generato una situazione di stallo, nonostante i tentativi internazionali di mediazione e tregue.

L’influenza degli Houthi nel contesto regionale è determinata anche dalla loro capacità di lanciare attacchi transfrontalieri e influenzare le rotte marittime strategiche attraverso il Mar Rosso. Queste azioni non solo aumentano la tensione nella regione ma hanno anche significative ripercussioni internazionali, coinvolgendo direttamente o indirettamente varie nazioni nel conflitto. La loro relazione con l’Iran ha attirato l’attenzione e la critica di molte potenze sunnite del Golfo, in particolare l’Arabia Saudita, che vede nel sostegno iraniano agli Houthi una minaccia alla sua sicurezza e stabilità regionale.

Nel tentativo di risolvere il conflitto, sono stati intrapresi diversi tentativi di mediazione, ma la complessità delle alleanze e degli interessi in gioco ha reso estremamente difficile raggiungere una soluzione pacifica duratura. La comunità internazionale continua a cercare vie di negoziazione, ma le dinamiche sul terreno rimangono volatili e incerte, con gli Houthi che mantengono una posizione ferma e spesso aggressiva, rifiutando di cedere il controllo delle aree strategiche che hanno conquistato. La situazione rimane fluida, con sviluppi che possono alterare significativamente gli equilibri regionali e internazionali.

Nel contesto attuale, caratterizzato da tensioni regionali crescenti, la fregata francese Alsace della classe FREMM è stata duramente testata nel Mar Rosso, un’area esposta a diretti e aggressivi confronti, soprattutto a causa degli intensi attacchi dei militanti Houthi.

La missione, durata 71 giorni, ha messo in luce una critica insufficienza di munizioni, sollevando importanti questioni sulla capacità dell’equipaggiamento di sostenere impegni di lunga durata in contesti di alta tensione. Va evidenziato che la ritirata dell’Alsace è stata condizionata dalla mancanza di munizioni e a causa dell’esiguo numero di missili in dotazione. Le FREMM contano 16 celle per missili Aster 15/30 (più altre 16 opzionali per le FREMM italiane), due cannoni multifunzione OTO Melara 76/62 e due 25/80, una 127/64 Vulcano, 8 missili anti nave a lungo raggio, 2 triplo WASS per la variante GP e 4 per la variante ASW.

Un armamento in linea con altre fregate ma esiguo se paragonato a unità come l’americana USS Hunder che di celle per missili ne ha 96.

 Jerome Henry, il comandante, ha espresso sorpresa per l’intensità della minaccia e l’impatto sulle condizioni fisiche e psicologiche dell’equipaggio, influenzando la decisione di ritirare la nave dalla regione. Questo episodio evidenzia problemi cruciali relativi alla capacità delle marine europee di mantenere una presenza efficace in teatri operativi complessi, mostrando un notevole divario tra le capacità delle FREMM europee e quelle delle fregate statunitensi della classe Constellation, meglio attrezzate per sfide moderne di guerra navale. La necessità di rafforzare la potenza di fuoco e migliorare la logistica a lungo termine è evidente, così come la dipendenza dalle decisioni statunitensi per la definizione degli scenari di minaccia e per la progettazione delle capacità navali solleva questioni cruciali sulle politiche di difesa europee e sull’autonomia strategica del continente. L’incidente nel Mar Rosso funge da campanello d’allarme per le forze navali europee, sottolineando l’urgenza di rivedere le strategie operative e rafforzare le capacità di difesa. Con il divario tecnologico che si amplia tra le potenze navali di Stati Uniti e Cina, l’Europa è di fronte alla sfida di assicurare un ruolo più attivo e influente nei contesti di conflitto globali, garantendo al contempo la sicurezza delle rotte marittime strategiche.

Recenti dichiarazioni attribuite agli Houthi affermano  “Lo Yemen costringe un’altra fregata europea a ritirarsi dal Mar Rosso”, evidenziando la crescente minaccia nel teatro marittimo. Il ritiro della FREMM Alsace, dopo che il comandante ha riportato un inaspettato e significativo livello di violenza, tra cui l’uso di droni kamikaze e missili balistici, riflette le sfide crescenti nella regione.

 La frequenza e la precisione degli attacchi Houthi stanno aumentando, dimostrando una crescente abilità nell’uso di tattiche di saturazione e nella precisione dei missili balistici. Questo aumento della capacità offensiva degli Houthi rappresenta un serio problema per la sicurezza navale e per le operazioni nel Mar Rosso, richiedendo un impegno continuo per monitorare e contrastare tali minacce.

 Gli Stati Uniti, attraverso la mediazione dell’Oman, hanno cercato di fermare gli attacchi navali, ma la leadership Houthi minaccia di espandere ulteriormente le sue operazioni, incluso l’ambito dell’Oceano Indiano. Questa escalation di violenza solleva preoccupazioni significative per la sicurezza internazionale, sottolineando l’importanza delle FREMM nell’ambito delle operazioni marittime e di sicurezza, non solo per contrastare la pirateria ma anche per affrontare minacce sovranazionali in acque strategicamente cruciali.

Esaminando le prospettive future del conflitto nello Yemen, è evidente che questo potrebbe evolversi in varie direzioni, ciascuna con impatti profondi sulla sicurezza regionale e internazionale. Un’escalation del conflitto rischia di destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente, influenzando le rotte marittime cruciali che sono arterie vitali per il commercio globale. Questo potrebbe anche portare al coinvolgimento diretto di potenze internazionali, che cercano di proteggere i propri interessi economici e strategici nella regione.

In alternativa, potrebbe verificarsi un rafforzamento degli sforzi diplomatici da parte della comunità internazionale, portando a una riduzione della violenza e alla stabilizzazione progressiva dello Yemen. Questo scenario richiederebbe un impegno concertato e una collaborazione tra nazioni che spesso hanno interessi divergenti, ma condividevano l’obiettivo comune della stabilità regionale.

In entrambi i casi, le capacità operative delle FREMM in ambienti ad alto rischio saranno di fondamentale importanza.

Le FREMM andranno potenziate anche in ottica di un oggettivo affollamento bellico di unita navali straniere nel Mar Mediterraneo, in particolare di mezzi di profondità. Queste navi, con le loro avanzate capacità tecnologiche e versatilità tattica, sono strumentali per monitorare le aree di tensione e intervenire prontamente in situazioni di crisi. L’abilità di queste fregate di operare in condizioni estreme può quindi giocare un ruolo cruciale nel modellare l’andamento del conflitto e le sue conseguenze a livello globale, offrendo strumenti essenziali per la diplomazia attiva e per la gestione degli eventi sul campo nonostante i deficit emersi durante l’impegno nelle acqua delle Yemen.

                                                                                            

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