lunedì, Luglio 14, 2025
Intelligence

La guerra dell’informazione: OSINT, dominio cognitivo e comunicazione strategica nella competizione geopolitica

Analisi della dott.ssa Francesca FABIANO, Centro Studi Esercito

L’attuale contesto geopolitico internazionale è segnato da una crescente instabilità e da una competizione multidimensionale tra potenze. L’informazione ha assunto un ruolo strategico nelle relazioni internazionali, diventando non solo supporto alle decisioni, ma anche spazio operativo in cui si esercita potere e si costruiscono percezioni.

La comunicazione strategica e l’Open Source Intelligence (OSINT) emergono come strumenti fondamentali per comprendere, orientare e influenzare l’ambiente informativo globale, in particolare nel cosiddetto dominio cognitivo: l’ambito in cui si modellano opinioni, atteggiamenti e decisioni.

L’OSINT ha guadagnato negli ultimi anni un’importanza crescente nel lavoro dell’analista geopolitico. Questo processo si basa sulla raccolta e l’analisi di informazioni provenienti da fonti pubbliche liberamente accessibili: social media, immagini satellitari, database online, notizie, documenti ufficiali, blog e forum.

Tale approccio consente un monitoraggio in tempo reale di eventi globali e locali e permette una valutazione dinamica dell’affidabilità delle fonti attraverso il ciclo dell’intelligence: pianificazione, raccolta, interpretazione, analisi e comunicazione delle informazioni.

L’OSINT consente agli analisti di verificare la veridicità delle informazioni in modo simultaneo e accurato permettendo di anticipare dinamiche belliche, smentire propaganda e documentare violazioni del diritto internazionale, dimostrandosi uno strumento di trasparenza strategica. Inoltre, la capacità di raccogliere, filtrare e interpretare dati provenienti da fonti aperte è ormai un elemento imprescindibile per prendere decisioni strategiche informate e rispondere alle sfide globali[1].

La civiltà occidentale, fortemente interconnessa, rappresenta un enorme bacino di OSINT, sia dal punto di vista tecnologico che antropologico e sociopolitico.

Il rapporto tra potenze non si limita alle dimensioni economiche o politiche: è essenzialmente geo-strategico, perché incide sulle percezioni e sul posizionamento nel sistema internazionale.

Il monitoraggio attraverso i mass media, parte dal presupposto che i veicoli d’informazione come stampa e televisione fanno anche formazione dell’opinione pubblica. Il numero di copie vendute di un giornale o di un libro, l’audience della radio o della televisione unite alla quantità di spazio occupato sulle pagine dei giornali o nei programmi radiotelevisivi, misurati giornalmente, indicano il peso dell’evoluzione di un’opinione pubblica voluta o spontanea, leggibile e interpretabile attraverso dei grafici.

Accanto all’OSINT, la comunicazione strategica assume un ruolo centrale nella competizione internazionale. Costruire una narrazione coerente rafforza la posizione di uno Stato agli occhi di cittadini, alleati e avversari.

In tempi di crisi, la gestione della comunicazione istituzionale incide direttamente su vari aspetti, tra cui la reputazione internazionale di uno Stato.

Tutto ciò rientra nel cosiddetto dominio cognitivo: il campo in cui si esercita l’influenza sulle menti e sulle percezioni collettive. La guerra cognitiva non mira a distruggere infrastrutture fisiche, ma a confondere e disorientare attraverso un uso calibrato di informazioni vere e false. Gli effetti possono essere devastanti: perdita di fiducia nelle istituzioni, alterazione della percezione delle minacce, distorsione degli eventi.

L’OSINT e la comunicazione strategica non operano in compartimenti stagni, bensì in sinergia: i dati raccolti tramite OSINT rendono la narrazione più solida; la comunicazione pubblica può prevenire la disinformazione e rafforzare la resilienza cognitiva, a condizione che sia strutturata con competenza.

Tuttavia, esistono criticità: il sovraccarico informativo rallenta il processo decisionale; l’ambiguità delle fonti richiede verifica accurata; l’ambiente informativo stesso può essere sfruttato da attori ostili per spiare, manipolare o disinformare[2].

L’analista geopolitico deve sviluppare delle competenze analitiche avanzate combinate ad una solida etica professionale per evitare un abuso dell’informazione.

In questo scenario, le istituzioni della difesa devono integrare OSINT e comunicazione strategica come capacità operative fondamentali.

L’ambiente informativo non è più un supporto, ma un dominio a tutti gli effetti, accanto a quelli terrestre, marittimo, aereo, spaziale e cibernetico.

È necessario che vengano create delle strutture dedicate alla comunicazione strategica, in grado di agire in tempo reale, con personale interdisciplinare formato per affrontare la sfida. È cruciale potenziare la resilienza informativa nazionale, promuovendo una cultura della sicurezza, il pensiero critico e la trasparenza comunicativa.

Come osserva il NATO Strategic Communications Centre of Excellence:

“la guerra dell’informazione non si vince solo con i fatti, ma con la capacità di orientare la comprensione collettiva della realtà”[3].

In un tempo in cui la realtà è oggetto di continua negoziazione narrativa, saper comunicare è diventato un atto di potere geopolitico.

Francesca FABIANO

Centro Studi Esercito

[1] Workshop Open Source Intelligence per l’analisi geopolitica, Scuola di Analisi Geopolitica.

[2] Hatfield, J.M., There is no such thing as Open Source Intelligence, International Journal of Intelligence and CounterIntelligence, 2023.

[3] NATO StratCom COE, Countering Disinformation, 2021.

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